Contenuto | Chiese
Chiesa di S. Antonio Abate Si hanno notizie di questa chiesa dal 1383 ed è quindi un edificio religioso risalente all’età del dominio scaligero (1311-1387). L’edificazione è avvenuta su un sito ove, forse, sorgeva un ospizio per pellegrini. Interno Chiostro
Scoletta del Santissimo Sacramento Risale al 1486 ed è stata edificata dalla Confraternita del Santissimo Sacramento. Edificio semplice e ad aula unica è un tipico oratorio, ora utilizzato per mostre ed esposizioni. Nella facciata Jacopo Dal Ponte, detto il Bassano (1510 c. – 1592) nel 1535 aveva affrescato il Miracolo dell’Asina di Sant’Antonio da Padova.Quale testimonianza di quel grande affresco, ci rimane la lunetta soprastante il portale d’ingresso ove è raffigurato Il Cristo passo tra due angioletti. Sull’altare un tempo vi stava una tavola dipinta da Bartolomeo Montagna, raffigurante la Vergine Maria con ai lati S. Giovanni Battista e S. Antonio Abate, ora sostituita con una statua lignea della Madonna di pregevole fattura.
Chiesa della Madonna del Carmine o dei Carmini Edificata per volere della comunità tra l’agosto 1618 e l’agosto 1619, in seguito, sembra, alle esortazioni del padre Giuseppe Da Faenza, venuto a predicare a Marostica nel 1617. La costruzione fu resa possibile grazie alle offerte dei fedeli e alle donazioni di alcuni zelanti e operosi cittadini di Marostica. E’ ubicata nella zona che i Marosticani chiamano “Le strade alte”, espressione con la quale si intende evidenziare una posizione elevata rispetto alla Piazza che costituisce il cuore della città. Presenta una facciata in stile barocco. È ad aula unica a forma quadrata e gli affreschi del soffitto si devono a Giuseppe Graziani (1699-dopo 1760). Notevole interesse artistico rivestono i due paliotti in legno intagliato e scagliola (seconda metà del XVII secolo) dei due altari di destra e sinistra. Il campanile ha pianta quadrata e termina con una cella campanaria con quattro monofore ai lati e cuspide ottagonale.
Pieve di Santa Maria - Chiesa parrocchiale È la più antica testimonianza di fede cristiana di Marostica. Chiesa battesimale del territorio, risalente con ogni probabilità al sec. VIII, divenne la pieve del primo nucleo insediativo di Marostica (il borgo Pieve- Giara) ai piedi del Pauso, luogo di antica frequentazione umana in età preromana e romana. Centro di irradiazione del messaggio evangelico, nel XIII secolo era chiesa archipresbiteriale, da cui dipendevano numerose chiese filiali sparse nel territorio. Già ampliata intorno al 1450, fu oggetto di un radicale intervento di ricostruzione e ampliamento negli ultimi anni del Seicento (una iscrizione all’interno indica il punto esatto in cui arrivava la vecchia chiesa e l’inizio della parte di nuova edificazione) grazie all’intraprendente don Gaspare Ghirardelli. Venne consacrata nel 1701. Grazie a questo innovativo intervento assunse la configurazione attuale con facciata barocca. Di grande interesse artistico sono le tre porte con formelle bronzee, che risalgono al 1979-1985, che raccontano episodi biblici e della vita del Cristo, opera dell’artista marosticano Gigi Carron (1926-2006). Il campanile, innalzato nel 1711, fu arricchito da una pregevole meridiana ed un orologio, che risale al 1727, che si deve alla maestria del famoso Bartolomeo Ferracina. Interno
Chiesa e Convento di S. Rocco È documentata fin dal 1410 l’esistenza in Borgo Panica di una cappella dedicata a S. Rocco, costruita e retta dalla fradaglia di S. Rocco. I padri domenicani si insediarono in questo luogo agli inizi del XVI secolo, edificarono l’insieme conventuale e ampliarono la cappella trasformandola in chiesa a tre navate. Costruirono il campanile, il quale fu oggetto di interventi successivi fino ad assumere l’attuale e singolare configurazione di campanile che si innalza dal tetto stesso della chiesa. Del complesso conventuale sono di notevole interesse i due chiostri. La chiesa è dotata al suo interno di ben sette altari e di notevole interesse artistico sono i paliotti d’altare in scagliola di Natale Bianchini (1653-1729) e gli altari di S. Domenico e dell’Angelo Custode (o la morte di S. Giuseppe) di Antonio Bianchi (sec. XVII). Il governo veneto nel 1770 soppresse il convento e i padri domenicani lasciarono Marostica. L’11 maggio 1771 l’ospedale di Marostica venne trasferito da Borgo Giara all'interno del Convento occupandone i locali, dove rimase fino ai primi anni del Novecento quando venne costruito il primo ospedale moderno della Città, che fu dedicato all'ilustre medico marosticense Prospero Alpini. |