Contenuto | Progetto "Oasi"Il progetto Oasi, del quale il Comune di Santorso è capofila di una rete a cui partecipano i comuni di Schio, Malo, Torrebelvicino, Valli del Pasubio, Chiuppano, Calvene, Carrè, Breganze e l'Ulss 4, è attivo dal 2000. Inoltre partecipano in qualità di partner al progetto 2011-2013 l'associazione Ce.I.S., la coop. Nova, la coop. Gaia, la coop. Primavera Nuova e la coop. Samarcanda Dal 2002 fa parte della rete SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) coordinata dall'Anci a livello centrale e finanziata con fondi del Ministero dell'Interno. La rete, a livello nazionale, è composta da 138 progetti dei quali sono titolari 123 enti locali per un totale di 3000 posti in accoglienza. Il progetto Oasi è finanziato per 19 posti per un importo totale di 242.023,00 euro, dei quali 192.399,56 euro erogati dal Ministero dell'Interno e 49.623,44 euro cofinanziati dalla rete dei Comuni in danaro e servizi valorizzati. Per lo svolgimento delle attività previste sono stabilmente impiegate, con contratto a progetto, tre persone. La voce di spesa per il pagamento delle operatrici corrisponde al 27,55 % del costo totale. Le attività del progetto sono suddivise, ai fini della rendicontazione, in tre macrovoci: accoglienza, integrazione, tutela legale. ACCOGLIENZA INTEGRAZIONE
Sono attivi, nella sede dell'associazione, due laboratori psico-sociali che hanno la funzione di fornire un primo orientamento al lavoro (rispetto degli orari, comportamento nel luogo di lavoro, rafforzamento linguistico) durante la permanenza in progetto e prevedono il confezionamento di borse realizzate con tessuti di scarto e di cestini di carta intrecciata. Nel corso di un anno vengono accolte circa 40 persone titolari di permessi di soggiorno per richiesta asilo o protezione internazionale o sussidiaria. I Paesi di provenienza variano a seconda della situazione internazionale. Nel corso dell'ultimo anno i beneficiari provenivano prevalentemente da: Somalia, Eritrea, Sudan, Afghanistan e Iraq. La crisi economica e lavorativa sta rendendo sempre più difficile il lavoro di integrazione. Fino al 2008 i beneficiari riuscivano, in breve tempo, ad inserirsi nel mercato del lavoro raggiungendo un buon livello di autonomia. Con il sopraggiungere della crisi i percorsi di accoglienza si stanno notevolmente allungando e la possibilità di trovare lavoro, soprattutto per persone con scarse professionalità, sono veramente esigue.
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